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Henry Purcell, un romantico tra i puritani

Uno dei compositori più significativi della scena musicale inglese del ‘600 è Henry Purcell.
Organista, cantore e compositore, fu autore di numerosissime composizioni destinate ai concerti, alla chiesa, al teatro e alla corte, e fu il primo musicista ad essere sepolto nell’abbazia di Westminster.
Purcell ebbe la capacità di riunire in sé due opposte tendenze. Se da un lato, infatti, inserì nella sua musica aspetti dei due gusti europei dominanti in età barocca, quello italiano e quello francese, dall’altro le sue opere mantennero, per generi e sensibilità, una profonda “britannicità”, caratterizzata da elementi romantici e dall’utilizzo di dissonanze, scale moderne, modi liturgici e dall’influsso della musica popolare inglese e della tradizione dei madrigalisti rinascimentali. Leggi il resto di questa voce

Dalla Scozia all’Italia. I viaggi musicali di Mendelssohn

Felix Mendelssohn Bartholdy, nato da famiglia aristocratica berlinese, fu uomo dalla grande cultura musicale, letteraria e filosofica, dotato di una personalità moderna e cosmopolita.
La sua formazione culturale è fortemente segnata dalla frequentazione con Goethe, il più grande poeta tedesco del primo Ottocento, il quale influenzò da un lato il suo linguaggio musicale, preferendo una sorta di “classicità”, contrapposta alla “rivoluzionarietà” di Beethoven, e dall’altro i suoi gusti letterari. Nella musica di Mendelssohn si nota infatti una grande attenzione data al genere del “diario di viaggio” e non è difficile notare in ciò l’influenza esercitata dall’autore del Viaggio in Italia. Leggi il resto di questa voce

Leggerezza e grandiosità nelle sinfonie di Gustav Mahler

In pieno post-romanticismo Mahler cerca di rinnovare dall’interno le tradizionali strutture musicali immettendo nelle sue sinfonie elementi appartenenti ad ambiti estranei a quelli della cosiddetta musica colta. Procede sistematicamente all’accostamento di momenti di classica bellezza con forme e ritmi “presi dalla strada”: cantilene, canzoni popolari, ritmi di danze, marce. L’unione di questi elementi di certo eterogenei è però resa in grandiose costruzioni nelle quali sono privati del loro originairio carattere “basso” acquisendo piena dignità musicale. L’esempio probabilmente più calzante di questa operazione è dato dal terzo tempo della prima sinfonia, Il Titano. Questa parte della composizione, infatti, ha per tema una famosa canzone popolare francese Frère Jacques il cui sviluppo a canone, partendo dalla semplicità della melodia, cresce e si sviluppa fino a risultati di grande imponenza sonora. Leggi il resto di questa voce

Al di là del virtuosismo. Il pianoforte di Franz Liszt

Oltre ad essere il più grande pianista di tutti i tempi Liszt fu anche uno dei principali compositori romantici e uno dei padri della musica pianistica moderna. L’ungherese fu il primo che teorizzò e tradusse in pratica il principio nato in Francia e poi sviluppato dalla scuola tedesca della fusione tra la musica e le altre arti (la wagneriana “arte totale”).
Nella sua produzione, infatti, letteratura e musica sono inscindibilmente legate e la seconda da “evocativa” diviene “descrittiva”, capace cioè di offrire all’ascoltatore un racconto preciso e dettagliato al pari delle altre forme artistiche.
Questa “vocazione al descrittivismo” è facilmente individuabile nelle composizioni per pianoforte e ciò perché risultava lo strumento della grande orchestra più adatto a trasmettere i moti interiori dell’artista. Leggi il resto di questa voce

Oltre il romanticismo. Il formalismo di Hanslick

Nella seconda metà dell’Ottocento l’idea romantica wagneriana, secondo cui la musica rappresenta per l’uomo il punto di convergenza di tutte le arti, viene superata da un approccio diverso, quello positivista. Nascono infatti teorie che tendono a non considerare il concetto di “bello artistico” come un qualcosa che riguarda esclusivamente la sfera sentimentale di compositore, esecutore e fruitore. Si pone ora attenzione alla componente materiale dell’arte, ovvero la sua tecnica che, da semplice mezzo, tende a essere considerata come essenza e sostanza stessa dell’opera.
Questo atteggiamento prelude a una sempre maggiore “scientificizzazione” degli studi musicali e alla nascita di discipline che, sulla scia di evoluzionismo e psicanalisi, intendono indagare empiricamente particolari aspetti dell’arte musicale. È in questo clima che si originano i nuovi studi di acustica, di storiografia, paleografia e psicologia musicale. Leggi il resto di questa voce