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Linguistica e semiologia musicale

Che la musica sia un linguaggio è fuori di dubbio. Quel che invece ancora resta poco chiaro sono i meccanismi che presiedono al suo funzionamento. I problemi sul tavolo sono principalmente due. Il primo riguarda l’astrattezza del linguaggio musicale, ovvero il fatto che esso non sia, a differenza di quello verbale, mai rappresentativo ma sempre simbolico. Mentre il linguaggio discorsivo, infatti, si esaurisce nella definizione del suo oggetto, quello musicale non può essere mai del tutto privato della sua componente astratta e simbolica.
Il secondo problema riguarda invece la possibilità di far valere il valore linguistico della musica anche nel caso della musica contemporanea. L’atonalità e, soprattutto, la dodecafonia hanno infatti determinato un innegabile scollamento tra la creazione musicale e la volontà dell’autore di esprimere (e la capacità dell’ascoltatore di cogliere) un significato. Leggi il resto di questa voce

Il ruolo di Theodor W. Adorno nella nascita delle avanguardie musicali

C’è un filosofo tra i protagonisti del passaggio della musica dal neoclassicismo di inzio ‘900 alle avanguardie della seconda metà del secolo: Theodor W. Adorno.
Esponente della Scuola di Francoforte, fu allievo di composizione di Berg ed ebbe un ruolo chiave nei Ferienkursen, i corsi estivi che si tennero a Darmstadt tra la fine degli anni ’40 e l’inizio del decennio successivo e che furono il laboratorio entro il quale si svilupparono alcune delle tendenze dominanti nelle avanguardie musicali novecentesche.
Adorno si fece sostenitore della rottura, inevitabile e insanabile, tra società e arte moderna e tra progressismo e conservatorismo in musica. Per lui era evidente la necessità di dare nuova forma alla musica e, in generale, a tutta cultura europea. Leggi il resto di questa voce

Il duro lavoro dell’esecutore

Eseguire una musica contiene in sé inscidibilmente l’atto di tramandarla. È questa una caratteristica che appartiene solo a quest’arte e a nessun’altra. Qualunque musicista, nel momento in cui approccia allo studio e, successivamente, all’esecuzione di un brano deve fare i conti non solo con sé stesso e con l’autore di esso ma con tutti gli elementi che hanno arricchito e mutato il pensiero musicale e la capacità di ascolto del pubblico fin dal giorno della composizione di quella musica. L’opera del passato non arriva infatti mai a noi come era in origine, giunge all’esecutore permeata di tutti i segni e di tutti i sensi che le sono stati dati dal tempo. Il concetto di fedeltà all’autore ha valore solo quando, superando l’ingenuità delle impossibili esecuzioni filologiche, si riesce a cogliere tutto l’insieme dei sedimenti che inevitabilmente quella musica si porta addosso. Leggi il resto di questa voce